La Festa di San Rocco a Torrepaduli in Salento è uno degli eventi più importanti, forse l’unica che è riuscita a mantenersi intatta e genuina nel tempo e a non cedere ai meccanismi del turismo moderno. Pizziche e tarante, duelli e ronde, questa è la Festa di San Rocco che si celebra il 15 agosto. Sono tantissime le persone che si recano a Torrepaduli per assistere alla danza delle spade chiamata anche pizzica-scherma, richiamati dal suono dei tamburelli e dell’armonica a bocca.
Secondo un’antica leggenda, la danza della scherma si balla proprio in occasione della Festa di San Rocco perché il Santo aveva insegnato l’arte della scherma ai suoi compagni durante la prigionia a Voghera, nel Nord Italia. Era stato accusato di essere una spia. San Rocco era di origini francesi, vissuto nel XIV sec, di origini nobili e valoroso cavaliere, è anche venerato perché guaritore dalla peste bubbonica. È morto in carcere a soli 32 anni nella notte tra il 15 e 16 agosto. San Rocco a Torrepaduli è una festa folkloristica e religiosa, molti credenti si recano a piedi dai paesi vicini al santuario e percorrono la navata in ginocchio sino al simulacro del Santo.
Sono diverse le leggende legate alla figura di San Rocco, una di queste racconta che prima di morire sognò l’angelo Raffaele che gli disse di andare a Gerusalemme per visitare il luoghi santi e ottemperare alla seconda parte del suo voto di pellegrino. Un’altra particolare è legata proprio a Torrepaduli e narra che le autorità di Ruffano volevano spostarlo in via definitiva con una processione lungo la via principale che collegava le due frazioni, ma la statua diventò così pesante che le persone che la trasportavano chiesero aiuto, inutili gli sforzi degli astanti. La statua di San Rocco tornò al suo peso normale solo quando decisero di tornare verso Torrepaduli. La festa di San Rocco ha avuto diversi riconoscimenti ed è stata creata una Fondazione a livello provinciale. L’evento culmina con la rappresentazione della danza delle spade in cui gli sfidanti simulano un duello con le dita (prima si usavano i coltelli) e si muovono a ritmo di pizzica in simbiosi all’interno delle ronde. Ad un certo punto la danza si evolve e si simulano attacchi fisici e di difesa, se l’avversario viene toccato arriva un altro ballerino per sostituirlo. Ogni abitante di Torrepaduli e di Ruffano ha il ritmo della pizzica-scherma nel sangue sin dalla nascita, un fenomeno che nessuno è riuscito a spiegare nemmeno medici e antropologi.